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venerdì 18 maggio 2001

Il bello dell'Europa sono le piccole differenze (J. Travolta)

Il grande attore che ci siamo persi
Inutile buttarsi giù. Prendiamoci una vacanza. Facciamo finta che non siamo qui, che non siamo italiani. È più facile di quanto non possa sembrare. Per esempio, l'altro ieri ho stappato una birra e ho messo su France2.
C'era un talkshow. France2 trasmette da un universo parallelo, un po' più elegante, ma anche un po' più globalizzato, che si chiama: Francia.
Io è da anni che ci rifletto, ma non sono ancora riuscito a capire se la Francia è davanti o dietro a noi. Può sembrare una domanda oziosa, ma…prendi una cosa a caso… Berlusconi. È una pura "storia italiana", impresentabile e incomprensibile in Europa, o invece è il destino globale della politica, fagocitata dall'economia e dallo spettacolo? Forse l'Europa scaccerà Berlusconi. Forse invece nasceranno tanti piccoli Berlusconi in tutti i paesi, destinati a eguagliare e a superare la versione italiana, il che vorrebbe dire che l'Italia è all'avanguardia, come già fu all'avanguardia nell'inventare ed esportare, ehm, il fascismo. (Nel parlamento europeo del '94 Berlusconi era un reietto, nessun grande partito europeo voleva accoglierlo. Oggi è al vertice del PPE, il grande partito moderato…)
Ma io l'altra sera non volevo pensarci: guardavo France2; c'era un appassionante dibattito su Loft Story. Loft Story sarebbe poi Il Grande Fratello, se non c'infilano un gioco di parole i francesi non sono contenti. Per molti mesi gli opinionisti avevano ritenuto impossibile un'edizione francese del format, che avrebbe costituito una violazione dei Diritti dell'Uomo. Una ragazza francese mi aveva spiegato che era stato più o meno vietato per legge. Beh, si vede che no. E ora su France2 la polemica contro l'incivile trasmissione imperversa, anche perché Loft Story va in onda su un altro canale.
Un dibattito sul Grande Fratello! Che malinconia! Mi sentivo ringiovanito di nove mesi, un'eternità. E che tenerezza questi francesi che opponevano le loro misere opinioni d'intellettuali alla corazzata del format internazionale… Io, da questa parte dello schermo, lo sapevo già che la battaglia era persa. Ma in quell'universo parallelo, chissà…
(Fantasticavo anche su come potesse essere il Taricone francese… un po' più stiloso, ma ugualmente palestrato, e abbonato ai Cahiers du cinema… magari magrebino da parte di padre).
Già mi abbandonavo alle fantasticherie quando una frase del conduttore mi ha riportato alla realtà: "… e poi la maggioranza non è per forza una qualità. Ricordiamo che Hitler è andato al governo coi voti della maggioranza". Vecchio argomento antidemocratico, già sentito. Hitler… il Grande Fratello. Questa settimana un gruppo di studiosi ha provato che "la vita sessuale di Hitler era disastrosa". (Come avranno fatto?). Era anche un guardone. Il Grande Fratello… Hitler… Mussolini… Berlus… no, maledizione! Non voglio pensarci! Non sono qui! Sono in Francia!
Poi, all'improvviso, il dibattito su Loft story è cessato: i francesi sono passati a un altro argomento. Una giornalista si è messa a raccontare l'ultima su Bernard Tapie.

Bernard Tapie, non so se ne avete mai sentito parlare, è un personaggio veramente particolare. Per un poco è stato anche definito il Berlusconi francese. Per forza: un faccendiere che faceva politica e vinceva la Coppa Campioni (contro il Milan che protestava per un riflettore spento). Poi però le cose si sono complicate. Il nostro Berlusconi ha vinto le elezioni, quello parallelo è andato in galera, ha letto Il conte di Montecristo, è uscito e si è messo a fare l'attore. Prima ha recitato nella parte di Jack Nicholson in una versione teatrale del Nido del cuculo. Poi ci ha preso gusto e si è messo a fare film e fiction in tv. Insomma, sembra che sia bravo. Non ha mai studiato recitazione ma, si difende lui, quella la studia chi non ha sufficienti esperienze di vita. Mentre lui di esperienza ne ha, in lungo e in largo.
Io guardavo, sovrappensiero; sul tavolo giaceva ancora "Una Storia Italiana", ormai sgualcita, con le foto di B. cantante, urbanista, ammiraglio, salvatore della patria. Quanta vita. Quante esperienze. E di colpo ho capito che grande attore ci siamo persi, noi italiani. Perché non abbiamo voluto mandarlo in galera? Altro che Bernard Tapie, altro che Gassman. La "Storia italiana" l'avremmo vista a teatro, o in tv, avrebbe polverizzato Celentano e il Grande Fratello, ci avremmo fatto un dibattito e saremmo stati tutti contenti. Oppure al cinema, e la palma d'oro non gliel'avrebbe tolta nessuno (Moretti? Pouah!): una bella rivincita su Tapie, che lì gioca in casa.
E invece no. In Francia è tutto spettacolo, da noi tutta realtà. Ma è lo spettacolo che imita la realtà, o viceversa? Non si sa. È un grande format internazionale, come il Grande Fratello: in ogni Paese lo riadattano un po'. La versione francese è più chic. Quella italiana è un kolossal catastrofico. Quale delle due avrà più successo? Temo di saperlo.

1 commento:

  1. Con un bel po' di ritardo, ma sto preparando per un convegno sull'autobiografia una comunicazione su "Una storia itliana". Ecco come sono giunto qui. Siccome vivo in Francia dove insegno italiano in un'università, mi sento molto legato ad ognuno dei "miei" due paesi. E vengo al dunque. Abbiamo appena passato un intenso periodo elettorale che ha dimostrato quanto l'intuizione di un'Italia berlusconiana quale modello futuro per l'Europa - o almeno per noi francesi - si sia rivelata azzeccata. Era d'altronde un'idea che ho difeso anch'io contro amici francesi che dimsotravano aristocratico disprezzo per l'Italia berlusconiana. Poi è arrivato Sarkosy... e quella da scrivere sarebbe "Una storia francese". Che poi non è un'altra storia.
    Oreste Sacchelli
    univ-nancy2.fr

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