Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi

Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi. Noi no. Donate all'UNRWA.

mercoledì 19 novembre 2003

Quella che segue è una prolissa guida per recarsi al circolo Arci Ohm sabato 22 novembre, alle 20.30, e apprezzare la presentazione di Blogout.
Una guida molto più breve e stampabile la trovate cliccando qui.

Se vi perdete (in macchina o a piedi), non chiedete al passante dov’è via del Lancillotto: nessuno lo sa. Cercate di raggiungere la stazione, e poi seguite le relative istruzioni.

Potete venire a Modena in treno o in autostrada: se venite in autostrada cliccate qui.
Se invece venite in treno, non vedrete più il romantico paesaggio che accoglieva il pendolare fino a qualche anno fa: ruderi industriali conquistati dai rampicanti, rottami della vecchia fonderia, rovi, gramigna. Un bel modo di presentarsi al viaggiatore: ma la città era fatta così, metteva fuori subito tutte le spine. Montezemolo (che, inspiegabile, a volte viaggia in treno) all’inizio restò sconcertato. Poi fece costruire un grattacielo mignon, con in cima il tridente Maserati: ma un ironico architetto sembra essersi ispirato al vecchio acquedotto della fonderia, che resta ancora su. Il resto è tutto spianato.
La stazione è stata rimessa a nuovo da poco, ma è più facile fare il lifting a due sportelli, un bar e un binario, che a tante brutte facce. Uscendo nel piazzale, non fate caso ai lancinanti versi di volatili tropicali: è un disco che serve a scacciare i piccioni, mentre gli inquilini umani, a quanto pare, sopravvivono. Mi chiedo come.
Snobbate il lungo viale che dà sulla cupola del Tempio ai Caduti: prendete il vicolo che si apre sulla sinistra, tra la vetrina di un sexy shop e il parcheggio dove gli sfattoni vanno a rifornirsi di biciclette. Ora siete in via Niccolò dell’Abate: proseguendo incontrerete (sulla sinistra) un ufficio postale e poi un cinema, ex dopolavoro ferroviario, dove si proiettano film importanti, di solito con fischi di treni in sottofondo.
Questo vicolo sta cambiando a vista d’occhio. Hanno tagliato due file d’alberi, intonacato i muri, tracciato strisce pedonali. Sembra che la città non abbia più spine da mostrare.
In capo a due minuti il vicolo va a sbattere contro un cavalcavia. Dovrei dirvi di voltare a sinistra: passerete un’officina, un kebab e un’insegna di arredamento che in realtà è un internet point, e poi troverete una scaletta da salire. Ma ho paura che quella scaletta sia ancora transennata per i lavori in corso. Allora potete provare a passare sotto il cavalcavia, e girare subito a destra: dovreste trovare un’altra scaletta. Insomma, in un modo o nell’altro dovete riuscire a salire sopra il cavalcavia, che in realtà cavalca la ferrovia Milano–Bologna. Quando sarete lì, oltrepassate la ferrovia e guardate in basso, sul lato verso Bologna, forse nel punto esatto in cui un giorno vidi una signora scavalcare con una gamba il parapetto, e poi improvvisamente ripensarci. Chissà dov’è adesso.
State guardando sotto? (Continua qui)

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