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giovedì 26 febbraio 2004

Romano e il furgone

Questa è una sciocchezza (mica solo questa. È un periodo un po’ così).
Ieri sera (mercoledì) guardavo il telegiornale delLa 7, e mi sono trovato davanti a un editoriale di Sergio Romano: in pratica c’era lui su una poltrona che concionava su guerra e Centro-sinistra (col trattino? Senza? In tv non si capisce). Aveva una tesi tutto sommato condivisibile: il Centro-sinistra, sulla guerre, si spezza sempre, perciò Prodi deve andare coi piedi di piombo.

…Infatti, l’ultima volta, il Kossovo fece cascare persino un governo.

Non stavo registrando, quindi non posso assicurare che queste siano state le sue parole. Però ho la sensazione che abbia detto davvero una cosa così. E ho anche la sensazione che sia una grande puttanata. Ma potrei sbagliarmi (chiedo aiuto ai lettori di buona volontà e di buona memoria).

A me pare di ricordare che Prodi sia caduto nell’autunno del 1998, non per la guerra, ma per una serie di motivi che (debbo dire) a distanza di 6 anni paiono fumosi e futili – le 35 ore, anche. Non poteva cadere sulla guerra in Kossovo, perché quella è scoppiata nella primavera del 1999. Io lavoravo in Francia e mi ricordo i peschi fioriti, dunque niente Prodi. C’era già D’Alema.

Forse Romano alludeva a uno di quei rimpasti che faceva D’Alema ogni tanto. Anche qui, posso benissimo sbagliarmi, ma mi pare che in occasione della guerra in Kossovo non rimpastò niente. Si limitò ad accettare un po’ di voti del centrodestra, e la cosa finì lì. Più tardi ci fu un rimpasto, ma perché dopo le Europee i Democratici di Rutelli e Parisi erano diventati il terzo partito italiano o una cosa del genere. Io ero in Francia, ma avevo Internet.

Sergio Romano però era in Italia, e se non andava su Internet, pure aveva la possibilità di leggere i giornali tutti i giorni. Insomma, sarebbe il suo mestiere: concionare con cognizione di causa.

D’altro canto, può anche darsi che mi stia sbagliando io. O che ci stiamo sbagliando tutti e due. La storia del passato prossimo è sempre la più difficile da ricordare. Chi ha vinto le Europee del 1999? Hai voglia a cercare sui libri, devono ancora essere stampati. Bisogna affidarsi alla memoria, e la memoria, si sa, è labile. Il risultato è che ormai siamo tutti esperti di fascismo e Scioà, ma abbiamo dei problemi a ricordarci chi successe a Berlusconi nel 1994, chi vinse le politiche nel 1996, e l’ultimo premier di centro-sinistra (rispettivamente: Dini, Prodi, Amato. Li avete indovinati tutti e tre? Bravi. Ma provate a chiedere in giro).
Il risultato è che sappiamo benissimo quanto male abbiano fatto Hitler e Mussolini, ma non riusciamo a totalizzare quanto male ci abbia fatto, non so (dico il primo nome che mi viene in mente) Silvio Berlusconi. Sotto l'onda del suo sproloquio quotidiano c'è una lunga storia di abusi ai nostri danni, troppo sistematica e complessa perché ce la possiamo ricordare con precisione. Chi non ricorda il passato lo rivive: noi siamo condannati a rivivere il passato recente come un loop. Qualche déja vu, ogni tanto, ci ricorda che tutto questo è già successo. Ma quando?

Se l’errore di Romano è macroscopico, il senso del discorso resta chiaro: il centro-sinistra sulle guerre si divide sempre (e sempre si dividerà: un loop, appunto). È un punto di vista condivisibile, che infatti Sergio Romano condivide con me e col mio vicino di casa, che guida un furgone.

Ora, coraggio, ditemi che faccio le pulci a Sergio Romano perché lo invidio: e lo invidio perché con quella faccia un po’ così può permettersi di sciorinare banalità da bar in fascia protetta, e se non sa come riempire una colonna può sempre suggerire una riforma costituzionale. E lo pagano pure. E lo leggono pure. E qualche politico probabilmente lo prende anche sul serio: “hai letto questo punto di vista di Romano? Interessante. Forse dovremmo modificare la Costituzione qui e qui”. Massì, con quel che probabilmente guadagna, perché non dovrei invidiarlo?

Probabilmente dovrei, non fosse che, appunto, il mio vicino di casa ha un furgone. Se ne sta per i fatti suoi tutto il santo giorno, guida piano e ascolta la radio. Il furgone non è grande, perciò non c’è mai qualcosa di troppo pesante da scaricare. Contratto a Tempo Indeterminato, assicurazione, ferie e contributi. E non devi concionare davanti a una telecamera, e se dici una stronzata nessun blog petulante se ne accorge. E io dovrei mettermi a invidiare Sergio Romano. Ma perché, poi.

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