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martedì 20 aprile 2004

Contro la lingua italiana, 5

(Le puntate precedenti:1, 2, 3, 4)

I fatti.
C’è un giornalista che parla la tua lingua: l’italiano. E c’è una luce nel suo sguardo che è una mezza speranza: internet può aiutarci a imparare come si scrive correttamente.
È Claudio Sabelli Fioretti, che da ere immemori usa il suo blog come forum dei lettori. Pubblica un piccolo vademecum di regole ortodattilorafiche e grammaticali: cose banalissime, ma che a scuola nessuno ci ha insegnato.

Il vademecum è chiaro, pratico e prezioso. Viene subito riproposto da Macchianera e Quattro e un Quarto. Tutto bene. Ma no, c’è sempre qualche lettore col naso più lungo degli altri che protesta. A un certo punto, per esempio, CSF sostiene che

I sostantivi di popolo vogliono la maiuscola; gli aggettivi di popolo, invece, vogliono la minuscola (es.: “gli Italiani”, “gli uomini italiani”).

Alcuni fanno notare che nessuno, ormai, scrive “Italiani”. Io, nel mio piccolo, se trovo qualche maiuscola così, la correggo. In generale il maiuscolo in questi casi viene percepito come errore. Ma è errore davvero, o no? (E perché nessuno sembra mai saperti rispondere con certezza?)

Andiamo a vedere i grammatici. Stavolta ho preso Marcello Sensini, La Grammatica della Lingua Italiana, Mondadori, Milano 1988. Pag. 34:

un romano o un Romano?[Si scrivono con la maiuscola:]
— i nomi che indicano gli abitanti di uno stato, di una città o di una regione: gli Italiani, i Francesi, gli Svizzeri (gli aggettivi corrispondenti si scrivono invece con l’iniziale maiuscola: i cittadini italiani, i libri francesi). Ormai, per, in conseguenza dell’uso imposto dai giornali, questi nomi si scrivono con l’iniziale minuscola (“I milanesi si lamentano del traffico”) e l’iniziale maiuscola rimane solo ai nomi dei popoli primitivi (i Galli, gli Unni); in questo caso, tra l’altro, l’iniziale maiuscola distingue i popoli antichi da quelli moderni che portano lo stesso nome: ad esempio, i Romani di un tempo dai romani di oggi.

Chiaro, no?
No, mica tanto.
Si scrive Italiani o italiani?
È un’inezia, d’accordo, ma possibile che non riusciamo a metterci d’accordo nemmeno sulle inezie?

Una regola ci sarebbe, e guarda caso è proprio quella che nessuno ormai adopera e che va contro il ‘senso comune’: si scrive sempre Italiani. Quando è un nome! Quando è un aggettivo no. E qui già il cervello deve faticare a ricordarsi, ogni volta, quando una parola digitata ha una funzione aggettivale o sostantiva.
Inoltre il grammatico, indulgente, ammette che la regola è stata sorpassata dai giornali, e che oggi non si applica più. Ironia della sorte: l’ultimo che ancora ci tiene è proprio un giornalista.

I suoi colleghi invece hanno rinunciato a scrivere Italiani, non per scarso amor di Patria, ma per risparmiare l’energia mentale occorrente a distinguere, ogni volta, tra “Italiani” sostantivo e “italiani” aggettivo. Dov’è che la maiuscola resiste ancora? Nel campo della Storia, dove i professori hanno ancora tempo ed energie mentali da sprecare. Per cui si scrive Franchi ma francesi; tedeschi ma Goti; antichi Romani ma romani de Roma. nerone è Romano, Petrolini è romano. Vien da chiedersi, oziosamente: dopo quanti secoli scatta la maiuscola? Gli italiani del ‘300 sono sempre italiani o non, piuttosto, Italiani? Dopo settecento anni di anzianità se lo meriterebbero, cosa dite?

Ora, rendetevi conto. Mettiamo che io voglia scrivere un post con questa frase: “parla la tua lingua: l’italiano”. Mettiamo che voglia scriverlo correttamente. Devo scegliere se mettere la maiuscola a “italiano”. Per scegliere, il mio cervello deve fare le seguenti operazioni:

1. Riconoscere se si tratta di un “italiano” in funzione sostantiva o aggettivante (in questo caso, sostantiva);
2. Riconoscere se è un nome di “popolo” o di “lingua” (in questo caso, di lingua);
3. Stimare se l’“età” di questo popolo (o lingua) meriti una maiuscola (in questo caso credo di no, ma chissà).

Il tutto per scegliere una maiuscola!

Il mio cervello, in effetti, queste e altre sciocche operazioni le compie svariate volte, durante la redazione di un post: c’è da meravigliarsi se poi si vendica commettendo i più cretini errori di battitura? Ben mi sta. Ben ci sta. Così impariamo a usare l’italiano. (O Italiano?) Una lingua in cui qualsiasi regola un po’ chiara dopo un po’ riesce a complicarsi da sola. Non si potrebbe scegliere una volta per tutte di abolire la maiuscola da tutti i nomi di popolo? Oppure imporla a tutti i nomi e tutti gli aggettivi? Persino una soluzione così sarebbe preferibile al caos.

(Questo post è stato scritto in tutta fretta per partecipare al blogrodeo. Se ho fatto un errore, fatemi a pezzi).

1 commento:

  1. " [...] — i nomi che indicano gli abitanti di uno stato, di una città o di una regione: gli Italiani, i Francesi, gli Svizzeri (gli aggettivi corrispondenti si scrivono invece con l’iniziale maiuscola (NON È MINUSCOLA?): i cittadini italiani, i libri francesi). [...] "

    Luca.

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