Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi

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domenica 31 agosto 2008

Blind blind blind blind blind

Succede anche a voi, certe volte, di sentirvi guerci in un mondo di ciecaccioni?

Io non mi sono mai creduto un Occhio particolarmente clinico; eppure, ve lo giuro, la prima volta che ho visto questo orrore (su Paferro, il 29),



ho pensato: vabbè, ma è un fake. Una bufala. Uno scherzo fatto con photoshop, se non direttamente con lo scotch. Cioè, ma l'avete vista per più di due nanosecondi? Non si vede chiaramente che quella faccia pentagonale è rudemente appiccicata su uno sfondo nero? Da dove partirebbero, di grazia, i capelli? La sua espressione sorridente non vi ispira l'istintivo e metafisico orrore che si prova davanti alle teste senza collo, stile Jolly Joker sulle carte da giuoco? E come farebbe, vediamo, una candidata alla vicepresidenza a torcere il collo in quel modo? Provateci voi davanti allo specchio, dai. Insomma, ero convinto che Paolo Ferrandi volesse prenderci in giro. Poi lui stesso ha avvertito che era un fake, segno che per qualche ora ci doveva essere cascato. Ma continuava a sembrarmi strano.

Nel frattempo però - ormai lo sapete tutti - la foto è finita in prima pagina sulla Stampa, nelle pagine interne sul Corriere e sulla cache di Repubblica punto it. E a questo punto ci si potrebbe chiedere: cosa sta succedendo al giornalismo italiano? Manca il controllo delle fonti, va bene, ma a parte questo: state diventando tutti ciechi? Perché per uscire con una prima del genere alla Stampa doveva essere cieco il giornalista, presbite grave il titolista, astigmatico senza speranza il correttore di bozze, fulminato il direttore... cos'è, un'epidemia? Il giorno dei Trifidi?

Persino chi è riuscito ad accorgersi del fake, sembra essersi affidato più alle proprie competenze che agli occhi. Si veda per esempio il processo induttivo di Guia Soncini:
...gli ho fatto notare che quella non era la grafica di Vogue America, almeno non degli ultimi quindici anni; che Anna W mai farebbe una copertina pistacchio e fucsia; che se una misconosciuta governatrice fosse stata sulla copertina di Vogue (dove in genere ci sono attrici, la volta che ci fu Hillary da first lady ancora ce la ricordiamo) l’avremmo all’epoca notato; che le (scarse) notizie che giravano in rete parlavano di febbraio 2008, e ci volevano circa cinque secondi su google per scoprire che a febbraio 2008 in copertina c’era Kate Bosworth.
La mia prima idea era che si trattase di un’edizione minore, Vogue Australia o chessò – ma in effetti non si capisce perché Vogue Australia avrebbe dovuto copertinare la governatrice dell’Alaska.
Ci sono voluti ben due minuti di ricerche perché entrambi realizzassimo che la copertina era dichiaratamente un falso, e che il servizio (di Vogue America) era interno e nessuno aveva pensato a metterlo in rete.

Due minuti non è male. Anzi, per il giornalismo italiano è un record. Resta il problema che un normovedente ci sarebbe arrivato in dieci secondi. Forse bisognerebbe fare una campagna per introdurre persone normovedenti nei quotidiani italiani, anche se poi... sento già le critiche... ce l'hai coi redattori ciechi perché sei invidioso... il fatto che tu sappia mettere a fuoco i globi oculari non significa che tu sappia fare un giornale... no, no, lasciamo perdere.

sabato 30 agosto 2008

Avete fatto i conti senza la Fonte di Sputi!

Nomination per il Weblog Award? In teoria nel passato dovrei averne prese abbastanza per poter oggi snobbare l’intero concetto. Invece no! A Riva almeno un giorno ci vado, e se ci andassi nominato, chissà, forse quell’ombra di minchione che mi sembra di proiettare quando vado ai blograduni assumerebbe contorni più sfumati.

Di solito venivo nominato nella categoria “migliore fonte di spunti”, che non si sapeva bene in effetti cosa fosse, ma mi restituiva un po’ l’immagine di Gianluca Neri che pensa: “diamo un premio anche a Leonardo, che è tanto simpatico”. Poi alla fine vinceva Wittgenstein anche lì, però quel che conta è il pensiero. Naturalmente, piuttosto di mostrare qualche sfumatura di gratitudine, appena intascata la nomination mi mettevo a fare ironie: ah, ah, mi avete nominato come miglior fonte di sputi? Così alla fine Neri ha tolto la categoria. Ben mi sta.

Quindi, a questo punto credo che valga la pena razionalizzare le risorse. Voglio dire, anche se qualcuno fosse intenzionato a segnalarmi come “Miglior Blogger 2008” o “Blogger dell’anno” (qual è la differenza?), credo che sia meglio lasciar perdere, troppa concorrenza. Piuttosto si potrebbe cercare di sfondare in qualche categoria abbordabile, tipo “opinione” (Sì, lo so, tanto poi vince Wittgenstein). Io mi sento anche parecchio “blog letterario”, ma lì prevedo una lotta col fango tra scrittori epici e ho paura.

Se volete votarmi (o votare qualcun altro, tranne voi stessi), la scheda è qui. Affinché i vostri voti siano validi, dovete segnalare almeno dieci categorie. Sì, faccio fatica anch’io che leggo blog da quando portavo i calzoni corti. Per cui se proprio non vi viene in mente niente fate così: votate per me in dieci categorie. Così alla fine magari risulto come “miglior blog rivelazione” o “miglior blog erotico”, e lì sai le risate.

Ma è una cosa seria? No, assolutamente. Non è una cosa seria. Specie se non vinco io.

giovedì 28 agosto 2008

Tutti i bambini, con i chiodini

Ma Benedetto Papa

Ma se voi foste il Papa – ci avete mai pensato bene?
Se tra tutte le creature senzienti, lo Spirito Santo avesse scelto voi, proprio voi, per fare le veci di Gesù Cristo sulla terra, come vi sentireste? Investiti di un pesante fardello, di una tremenda responsabilità, certo.

Dar voce a un miliardo di credenti. Ma anche tentare di evangelizzare gli altri cinque miliardi, senza però offendere la sensibilità di Chiese e religioni concorrenti. C’è da perderci la salute – uomini più santi di voi l’hanno già persa.
Ma insomma, se voi foste il Papa, con un’agenda così, non avreste proprio meglio da fare che occuparvi di questa roba?


No, dico, e la prossima volta cosa? Harry Potter? Ah, no, dimenticavo, quello è già stato scomunicato a tempo debito.

Poi hai un bel da dire, Santa Sede, che le prese di posizione di Famiglia Cristiana non ti rappresentano. Eh, certo, può darsi che schedare i bambini sia una vergogna, però noi abbiamo altri problemi di cui occuparci, per esempio il ranocchio crocefisso. Sacrilegio! Eresia!

Ma Benedetto Papa, tu stai dando una nuova speranza agli artisti d’avanguardia. Da troppo tempo si ostinavano incarogniti in atteggiamenti provocatori che ormai non provocano più niente e nessuno. Nessuno? Ma no, vedi che uno che ci casca ancora c’è, e sei tu! Finalmente un Papa che si prende a cuore l’arte, come ai tempi di Giulio II e Sisto IV! Perché diciamolo, ai tempi del tuo predecessore, il signor Martin Kippenberger chi se lo sarebbe filato? Dopo qualche mese di esposizione a Bolzano, si sarebbe re-impacchettato il suo ranocchio in croce e se ne sarebbe tornato all’oblio da cui proveniva. E invece grazie a te il ranocchio in croce sta per diventare l’Opera d’arte più discussa del 2008, vale a dire la più riuscita… e magari anche la più quotata. A questo punto non è difficile prevedere per il 2009 un fiorire di animaletti in croce, santini osé e tutto quello che potrebbe urtare la sensibilità del vostro curato di campagna… a proposito, il vostro nanetto da giardino vi sembra ritratto in una posa vagamente mistica? Magari guarda in alto, come i santi rapiti di Guido Reni? Ehi, pensateci bene, magari potreste avere in casa il prossimo capolavoro proibito!

Sull’argomento segnalo le parole del grande poeta Davide Rondoni, al tg2 di oggi:
“Io credo che un artista sia libero di fare quello che vuole e anche il Papa di dire che gli fa schifo, evidentemente. In genere registro che i grandi artisti della storia non hanno mai offeso nessuno: né Michelangelo né Caravaggio sono diventati noti perché hanno fatto opere offensive”.


Come dire, sacrosanto. Cioè, v’immaginate se Michelangelo o Caravaggio si fossero messi in testa di offendere qualcuno? Per dire, se il Buonarroti avesse preteso di mettere nudi integrali nel Giudizio Universale? O se il Merisi avesse cominciato a ritrarre le Sante coi piedi da popolani? Oggi nessuno parlerebbe più di loro, proprio come nessuno parla più di quel rancoroso e offensivo gobbetto, come si chiamava, Giacomo Leopardi, mentre fuori dalla libreria ci sono le file per acquistare i libri di versi del grande Davide Rondoni.

mercoledì 27 agosto 2008

Dal divano occidentale

Tre proposte

Ma a questo punto, insomma, uno cosa deve fare?
Preso atto che la Russia di Putin può rosicchiarsi e annettersi pezzi di Georgia a suon di bombe, e tutto quello che otterrà dall'opinione pubblica occidentale sarà un sommesso mormorio; preso atto che il Diritto internazionale è la legge del più forte addobbata con qualche nastrino; che la democrazia non è necessariamente un destino; preso atto di tutto ciò, come dovrebbe comportarsi, mettiamo, un pacifista cresciuto tra Ottanta e Novanta, per salvare giusto la propria dignità?

Per adesso mi sono venute in mente solo tre opzioni, vedete voi se ne avete di migliori.

1. La prima opzione potremmo chiamarla Realpolitik, ma sarebbe ancora un nome troppo gentile. È il riflesso che scatta quando dopo un paio di giorni di georgiani massacrati sui giornali, la tv finalmente inquadra la faccia di Bush II, con l'aria contrita di uno che è tornato prima dalle vacanze a causa di un'Abcazia che ancora non ha capito cosa sia, forse una malattia della milza. A quel punto dalla tua poltrona d'occidente realizzi una cosa terribile, e cioè che se dobbiamo proprio tornare in Guerra Fredda (e ci stiamo tornando) tu non avresti dubbi a scegliere tra il minchione texano e Putin. Cioè, vogliamo mettere? Il primo è un incapace che si è trovato nell'eredità di famiglia l'esecutivo di una Superpotenza, un dislessico che si è fatto dettare l'agenda internazionale da una banda di terroristi beduini. Il secondo è il vero uomo che nel cuore putrido dell'impero del male si è fatto strada a colpi di judo, uno che da solo ha rimesso in piedi un impero, altro che alitalia, un impero! In fondo basta così poco, dalla poltrona d'occidente. Disinserisci la funzione “pietà” e di colpo non è più un bombardatore di innocenti, ma un grande protagonista della Storia che sta mettendo sotto il tacco un fastidioso celenterato. Stringi un po' gli occhi. Con le bande nere sopra e sotto sembra fiction, vedi? La scena più divertente è quella della telefonata in cui il Grande Uomo dice a Saakashvili dove può ficcarsi l'appoggio degli occidentali. Come si fa a non ammirarlo, un Malvagio così? Se Machiavelli fosse vivo, non avrebbe dubbi. Sarkozy e Berlusconi, che appunto sono vivi, dubbi non ne hanno. Quest'uomo può gelarci nel giro di due inverni: ci tiene per le palle, ma farsi tenere per le palle da lui è quasi un onore. Non è come il minchione, che per cercare un tizio sepolto sotto il Karakorum ci sta tenendo impegnato un po' di truppe da cinque, dico, cinque anni. Lui arriva, bombarda e si annette l'Ossezia: rapido e doloroso, è un uomo del XXI secolo (ma anche nel XVI o nel IV avrebbe fatto la sua porca figura).
No, questa non è neanche Realpolitik, è qualcosa di molto più profondo. È la fine della Storia come ce la siamo raccontata per più di un secolo, come un percorso verso la libertà dell'individuo, o verso la società degli uguali, in ogni caso come un romanzo a lieto fine a cui mancavano tra l'altro poche pagine. No, probabilmente la Storia futura somiglierà alla passata, un lungo elenco di violenze e prevaricazioni senza fine, dinastie di uomini forti che decadono in figliocci minchioni, finché nuovi barbari arrivano, spodestano e spadroneggiano, ma poi decadono anche loro, una palla tremenda ben nota a chi ha provato a orientarsi tra le dinastie cinesi. Il futuro è questo, niente di nuovo sotto il sole: se per vostra sfortuna siete uomini di ingegno e non di lignaggio, vi conviene spogliarvi di ogni ideologia residuale e mettervi a corte del Principe più cinico che trovate in giro. Più somiglia a Putin, meglio è.

2. Ma se ti spogli di ogni ideologia, sei proprio sicuro che ti resti qualcosa? E se saltasse fuori che l'ideologia non era nei vestiti che indossavi, ma nella tua carne e nel sangue, nella tua dignità di essere umano che non ci sta, per Dio, non è nato per sottomettersi alla legge del più forte? In fin dei conti si potrebbe ricominciare benissimo da qui. Le idee le abbiamo, volendo abbiamo anche gli strumenti. Un tiranno ci taglieggia col gas? Dovremo rinunciare al gas. E appena possibile anche al petrolio, che finanzia il terrorismo. E a tutte le materie prime e alla manodopera sottopagata con cui le nuove tirannidi stanno drogando il nostro stile di vita. Non sarà facile e nemmeno indolore, serviranno sacrifici, ma non li stiamo già facendo? Non ci stiamo già allenando per questo? È da quindici, vent'anni, che ci alleniamo a riconoscere l'oppressione in un pieno di benzina, in un succo di frutta, nel logo di una scarpa – forse la comparsa all'orizzonte di tiranni moderni come Putin e i suoi colleghi cinesi è quello che ci voleva per darci una sveglia, per rispolverare quella vecchia idea di Mondo Libero che a fine secolo scorso trovavamo banale e perfino un po' scontata, e invece no. Si tratta di una sfida titanica, beninteso: non solo contro la Storia, ma anche contro la politica spicciola dei nostri piccoli governanti. Necessiterebbe di uno sforzo emozionale molto alto, per raggiungere la temperatura di fusione necessaria a forgiare un'ideologia nuova, che vista da vicino poi somiglierebbe molto a una religione. Ma probabilmente è proprio una religione quella che ci vuole per convincerci a separare la spazzatura, a spegnere le luci inutili, a sopportare un po' di più il buio e il freddo, e a chiamare tutto questo con un nome che da solo dovrebbe illuminare e scaldare: Libertà...

3....eh? Sì, scusate, mi ero appisolato (sempre qui sulla poltrona d'occidente) e ho fatto un sogno in cui l'Europa restava al buio e diventava una specie di delirio quacchero. Ma a chi la vogliamo raccontare? Se ci staccano la spina noialtri ci mettiamo cinque minuti a cominciare a divorarci a vicenda, sotto i cuscinetti di ciccia siamo belve. E poi, che bisogno c'è di vedere tutto nero. La soluzione è molto più semplice: vedrete che adesso Barack Obama farà un bellissimo discorso, vincerà le elezioni, e la differenza tra il bene e il male diventerà molto più chiara: dico, te l'immagini? Obama contro Putin? Puoi esitare anche soltanto un secondo nel scegliere da che parte stare? Un sorriso da telefilm contro il ghigno dell'agente kgb? La famiglia interrazziale contro lo zar che per compleanno si fa uccidere le giornaliste? E se l'obamania ti sembra una soluzione troppo semplicista, attento: forse sei solo tu a essere troppo complicato. Davvero sei cresciuto tra Ottanta e Novanta? Allora ormai la maggioranza della popolazione mondiale è più giovane di te. Se l'entusiasmo occidentale (più europeo che americano) per l'Uomo Nuovo trasmette una frequenza che non capti più, alla fine è un problema tuo. Ma se ci rifletti bene, Obama incarna tutta quella voglia di sentirsi cittadini del mondo liberi civili e democratici che Bush frustrava. Magari è un abbaglio. Quasi sicuramente lo è. Ma intanto ci farà perdere tempo, due o tre anni, prima della solita delusione. E nel frattempo ci potrebbe anche venire un'idea migliore.

martedì 26 agosto 2008

Caroscuola

Settembre ha l'odore dei quaderni nuovi

Io non pretendo certo che abbiate letto gli articoli di quest'anno sul caroscuola, identici in tutto e per tutto a quelli dell'anno scorso. Del resto, cosa c'è da dire? Purtroppo i prezzi aumentano, e aumenterebbero anche se l'editoria scolastica non fosse quella turpe banda di parassiti e grassatori che è sempre stata e sempre sarà almeno finché non riuscirò a lavorare per loro e smetterò di dirlo ad alta voce.

Nel frattempo vorrei soltanto lanciare un appello a chi si trova nella spiacevole situazione di aver figliato qualche anno fa: sembrava che il bambolotto vi sarebbe rimasto appeso al collo per sempre e invece eccolo qua! cammina parla e ora pretende di andare a scuola e bisogna anche svenarsi per corredarlo di libri e quaderni. Così siete appena tornati dalle vacanze, neanche il tempo per leggere il tradizionale articolo sul caroscuola, e via! In fretta, prima che arrivi l'estratto conto con tutti i vostri bagordi agostani dettagliati voce per voce, via, all'ipermercato più vicino! Perché ho sentito dire che c'è lo sconto sui quaderni.

Ecco, per l'amor di Dio e vostro, non fatelo. Non comprate quaderni al buio. È carta sprecata, fidatevi.
Perché vedrete che poi si arriva al 15 settembre, e si scopre che il/la maestro/a o professore/ssa è uno di quei biechi individui a cui non va bene niente, mai! Il quadernino piccolo è troppo piccolo, quello A4 è troppo grande! La spirale no, le anelle solo a distanza continentale (gli anglosassoni usano un formato diverso), i quadretti di 0,5 cm. mentre voi avete fatto una scorta da 0,4 da qui all'università – sul serio, non buttate via i vostri soldi, aspettate.

Se poi vi considerate tipi sensibili, potete anche esercitarvi a comprendere l'insegnante. Magari è uno/a che ha la pretesa antistorica di controllare i compiti a casa, e come fa? Ritira i quaderni. A cinque o sei persone alla volta? Andrà a finire che quei cinque o sei no lavoreranno più per un mese, tanto la prof mi ha già beccato. Eh, no, meglio controllarli tutti e 25. Certo, e andare in giro per i corridoi con 25 quaderni sottobraccio, è in questo modo che il docente difende la sua dignità. Oppure presentarsi in classe col carrello. O ancora introdurre il concetto di quaderno ad anelli con fogli staccabili, ma è già settembre inoltrato, e la famiglia previdente aveva riempito la cantina di quadernoni e quadernini a fogli non staccabili che nessuno correggerà mai.

Generalizzo, certo. Ma ho ancora nel cuore il mio primo giorno di scuola alle elementari, i miei bellissimi quaderni di Superman e di Batman (eroi in calzamaglia che andavano molto in voga a quei tempi), e la maestra che mi raggela dicendomi: questi non si possono usare. Insomma, è una storia antica. La grande distribuzione lo sa, e ne approfitta. Vi vende la sensazione di essere genitori previdenti scaricandovi pacchi di carta che v'ingombreranno la mensola alta del garage fino alla consumazione dei giorni. Non cascateci. Il vero risparmio è comprare all'ultimo momento solo quello che l'insegnante vuole. Si salva pure un po' di foresta.

Detto questo, i prezzi aumentano. Aumenta tutto, a partire dalle materie prime: aumenterebbe anche se possedessimo la bacchetta magica per eliminare quelle tenie didattiche degli editori scolastici, con le loro pregiate ristampe patinate e colorate, in cui si cambia tutto purché restino gli errori di stampa dell'anno prima. In effetti la bacchetta magica ce l'avremmo: coi soldi che una famiglia spende in libri ci si potrebbe comprare un laptop, installare il wifi a scuola e lavorare direttamente su wiki. In qualche scuola già succede, e forse, chissà, un giorno anche in quella dei vostri figli (dipende anche da voi! Andate alle riunioni!) Certo, i laptop dopo un po' si scassano, ma se per questo anche i libri: già da oggi, se un ragazzino riuscisse a conservare un laptop per almeno tre anni, la convenienza ci sarebbe eccome. Anche la diffidenza di una classe insegnante un po' attempata è destinata a squagliarsi al sole di fronte alla possibilità di somministrare verifiche on line che si correggono da sole (tutta roba che esiste già, eh? Non sto inventando niente).

venerdì 15 agosto 2008

blink, blink

Difetto di sistema

Quando esci dal cinema dopo aver visto Wall-E, sazio e un po’ stravolto, e nella tua tasca un dito in automatico sta già cercando il pulsante del telecomando del portachiavi, in quel momento ti accorgi che la tua macchina ti sta facendo l’occhiolino, blink blink!

Lo fa da quando l’hai comprata, in rispetto di un elementare protocollo: ma stasera i tuoi occhi ancora increduli, passati in pochi secondi da un trionfo di colori al buio di un parcheggio, decideranno per te che la macchina lo fa anche perché è felice di vederti – magari un po’ delusa, perché tu sei entrato a vedere il film e lei è rimasta fuori con la pioggia, e in fondo il film interessava più a lei, non è vero?

Sì, è come se la Pixar, a furia di giocare al rialzo e accelerare, stesse lasciandosi indietro il genere umano, producendo opere che solo le macchine riusciranno ad apprezzare veramente. Io forse ho occhi vecchi, strumenti anni Ottanta buoni per giocare a Ms Pacman e poco più, fatto sta che già alcuni segmenti di Cars erano per i miei per me erano inguardabili: non brutti, ma troppo veloci: troppo movimento, troppi meccanismi in funzione, così che la fantasia infantile di un mondo di macchine sembrava incisa sulla superficie di un incubo digitale. Ratatouille forse andava ancora più veloce, ma in compenso proponeva un universo smaccatamente analogico: Francia, cibo, fogne e pantegane, tutte cose che al povero terminale uomo potevano suscitare una sensazione di familiarità. Ma Wall-E picchia duro: nella prima mezz’ora l’umanità è bandita, ridotta a un puro orizzonte negativo: quelli hanno sporcato tutto e se ne sono andati. Quando finalmente compare, in un momento qualsiasi (alla svolta di una curva, geniale) l’umanità risulta composta da elementi dal funzionamento altrettanto meccanico, che dai capricci dei robottini malfunzionanti hanno tutto da imparare. Ecco un’altra cosa che sarebbe piaciuta alla mia macchinina (e a Kubrick, per inciso): l’inversione dei ruoli, i robot che insegnano agli uomini il valore della curiosità e dei sentimenti. Non è così che funziona, del resto? Non è fotografandola che abbiamo riscoperto la natura? E cosa c’è di più inebriante di passare una notte a sfogliare wikipedia, una pagina via l’altra, come il capitano della nave? una cosa che ti riconcilia con la civiltà, e ti fa venire voglia di rifondarla, se negli ultimi secoli si è un po’ ammosciata. Ci vuole solo un momento (It only takes a moment, canta la vecchia canzone), per passare da un'esistenza meccanica alla condizione umana; la terra che era persa per sempre è invece a portata di pulsante, e anche le macchine sono lì, per aiutarti: ti ammiccano a ogni incrocio, blink. Continueranno a farlo per qualche giorno.

Dopo un po’ comunque passa. E magari ti svegli un mattino pensando che il messaggio di Wall-E (sintetizzando: alza il culo, pulisciti intorno e scopri la natura!) lo hai assorbito su una poltrona, letteralmente intontito dalla fatica di inghiottire tutti quei megapixel per via oculare. Magari sulla sulla plancia di una nave di crociera, sul bordo di una piscina che nessuno usa più perché sono tutti seduti lì intorno occupati a ciattare, messaggiare, tuittare, e scambiarsi opinioni sul nuovo poetico manifesto ecologista made in pixar. La storia di un robottino che, guarda caso, è tutto occhi, un binocolo ambulante, anche lui pronto a mettersi davanti a un video in religiosa attenzione. Sì, vabbè, effettivamente proporre il ritorno alla natura attraverso un capolavoro dell’intrattenimento digitale è un lieve controsenso: ma non più di certi western della decadenza, visti dalla parte degli indiani; e poi dai (mi sembra di sentirvi) è solo un cartone animato, perché devi sempre spaccare il capello in quattro?

Non saprei. È il mio difetto di sistema. In questo consiste l’individualità, in fondo, no? Nei difetti di sistema (nota bene: la rivolta dei robot parte dal manicomio). Kubrick soffriva di agorafobia, io distillo ideologia dai cartoni animati, e la mia macchina, certe mattine, fa finta di ingolfarsi: appena un’esitazione prima di ingranare. Il meccanico le ha provate tutte, non sa più cosa dire. Secondo me è solo invidiosa delle amiche col garage.

lunedì 4 agosto 2008

Saldi

Tesoro

Dici: "Sei troppo complicato":
tesoro, e ancora non m'hai visto il 740.

Dici: "Libertà, quanti crimini in tuo nome":
molti più in nome di un Mutuo, fidati.

Dici: "Il nostro mondo non è in vendita";
ma aspetta un attimo, no? Sentiamo che prezzo fanno.

Dici: "Sei uno stronzo!" Ma è una mimetica, Tesoro:
qui in mezzo non mi troveranno mai.

venerdì 1 agosto 2008

Apocalipstick

Come forse già sapete, mentre l'8 agosto dovrebbe essere il giorno della felicità per gli sposi cinesi, il 9 potrebbe essere quello del collaudo del Large Hadron Collider, l'acceleratore di particelle più grande e grosso del mondo. Talmente grande e grosso che secondo alcuni scienziati potrebbe anche produrre buchi neri suscettibili di inghiottire l'universo.

Probabilmente questi scienziati sbagliano, ma se avessero ragione? Voi come ve l'immaginate una homepage di Repubblica sull'argomento? Io così.



(Clicca sull'immagine per vederla bene).

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