Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi

Il governo italiano ha sospeso gli aiuti ai palestinesi. Noi no. Donate all'UNRWA.

venerdì 26 settembre 2008

No more remote control

Il giorno che cambiatte l'italiano

Adesso che abbiamo salvato gli steward, possiamo dare un'occhiata anche agli insegnanti?
Tira una brutta aria. Stasera, cercando informazioni sull'ultima bozza Gelmini, mi sono bloccato davanti a queste righe:

La scuola media è al centro di un autentico tsunami che si pone come obiettivo quello di scalare le classifiche internazionali (Ocse-Pisa) che vedono i quindicenni italiani agli ultimi posti. L'orario scenderà dalle attuali 32 ore a 29 ore settimanali.

Se ho capito bene, il problema di noi insegnanti è che siamo scadenti. E quindi la soluzione al problema è... far uscire prima i ragazzi. Sul serio, l'idea è che riducendo l'esposizione degli studenti al corpo docente si potrebbe risalire qualche gradino nella scala ocse. Naturalmente bisognerà tagliare i programmi, che però sanguinano ancora dei tagli dalla riforma precedente.

Ora, sono buoni tutti a criticare, ma bisogna essere anche costruttivi. Così, invece di mettermi a scrivere il solito pezzo antigelmini, mi sono preso un quarto d'ora per riflettere seriamente su cosa potrei tagliare, per esempio, del programma d'Italiano. Metti la grammatica: a prima vista sembra tutta imprescindibile, eppure a cercare bene qualcosa d'inutile ci sarà.
Senz'altro non la punteggiatura. Quella serve, altroché se serve. Anzi, se la prendono tutti con noi perché non ne insegniamo abbastanza. I congiuntivi? Per carità. È da 50 anni che li danno per finiti, e invece eccoli lì, se la passano meglio di me...

Alla fine, pensa che ti pensa, ho avuto un'illuminazione. Come ho fatto a non pensarci prima? Eppure era qui, davanti a me. Ho trovato l'argomento inutile, il ramo secco che ci farà risparmiare ore e ore di inutili sforzi mnemonici. È lui.

Il passato remoto. 

Il tempo verbale più irregolare che ci sia, il terrore dei fanciulli e delle vedove. Pensate a quante ore passaste a memorizzare “io bevvi”, “noi mangiammo”, “voi apparecchiaste”, e il più stronzo di tutti, “io cossi”. Quanto tempo sottratto alla trigonometria, alla tavola degli elementi, al genitivo sassone, all'Iliade. E il tutto per cosa? Per ricordare un verbo che non usa più nessuno da Viterbo in su? Via, via. Se almeno fosse semplice, come il simple past. Ma è veramente solo un ginepraio di anomalie.

I grammatici avrebbero dovuto pensarci prima. Gli accademici della Crusca hanno avuto quattro secoli a disposizione per proporre una forma di passato remoto regolare buona per tutte le coniugazioni. Non ci hanno pensato? Adesso è tardi. Io sono stanco di correggere ragazzini che scrivono “ebbimo” e “fecimo”. In fondo quello che stanno facendo è esattamente quello che gli accademici non hanno voluto fare: una bella razionalizzazione. Se si dice “ebbi” al presente, perché non si dovrebbe semplicemente aggiungere un suffisso per ottenere un plurale? Perché tra anomalisti e analogisti, in italiano debbono sempre averla vinta i primi?

Vi sento già: “ma nei romanzi...”
Ecco, sì, se uno deve scrivere romanzi, magari è bene che impari a maneggiare anche il remoto. Ma la maggior parte degli studenti non deve mica scrivere romanzi (e vivaddio): al limite dovrà leggerli.

Torna in mente Linus Van Pelt quando legge i fratelli Karamazov: “Come fai a pronunciare tutti quei difficili nomi in russo?” “Mi limito a guardarli”. Ecco, per leggere i romanzi non c'è bisogno di saper coniugare i remoti: basta riconoscerli. Si può leggere tranquillamente Balzac senza aver mai imparato il passé simple francese; impossibile sbagliare, ogni volta che c'è una forma verbale “strana”, quello è un remoto. E questo ci porta alla mia proposta.

Pensavate che volessi abolire il passato remoto? Ma no, anzi, non saprei proprio far senza.
E non ambisco nemmeno a razionalizzarlo; anche se riuscissi a creare una fazione di analogisti, la guerra contro gli anomalisti ci porterebbe via anni di polemiche feroci, e i ragazzini nel frattempo non saprebbero più cos'è giusto e cos'è sbagliato. Una cura ben peggiore del male.

No, io propongo qualcosa di ben più innovativo. Qualcosa che in grammatica nessuno ha mai tentato fin d'ora. È l'occasione per ritrovarsi all'avanguardia. Sul serio, se funzionerà, verranno linguisti da tutto il mondo a osservarci - magari su aeroplani della CAI. Insomma, la mia proposta è l'introduzione del Passato Remoto Libero.

Cos'è il Passato Remoto Libero?
Il passato remoto libero è il passato remoto. Si usa nelle stesse situazioni in cui prima si usava il passato remoto normale: per parlare di eventi lontani del tempo e per sfottere i siciliani.

Come si coniuga il Passato Remoto Libero?
Come ti pare.

In che senso?
Hai capito benissimo. Puoi coniugarlo come ti pare. Vuoi scrivere “fecimo”? Accomodati. Vorresti scrivere “tacque” ma hai tanta paura di sbagliare? Scrivi pure “taccue”, o “taqque”, o “tacebbe”. Tutte le desinenze vanno bene.

Ma in questo modo non si capirà più niente.
Sicuro? Prova a leggere queste righe, e dimmi se c'è qualcosa che non capisci.
Qualcuno doveva aver diffamato Josef K. perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venette arrestato. La cuoca della signora Grubach, la sua padrona di casa, che ogni giorno verso le otto gli portava la colazione, quella volta non venibbe. Ciò non era mai accaduto. K. aspettosse ancora un po', guardé dal suo cuscino la vecchia signora che abitava di fronte e che lo osservava con una curiosità del tutto insolita in lei, poi però, meravigliato e affamato a un tempo, suonacce. Subito qualcuno bussocchio, ed entrabbi un uomo, che egli non aveva mai visto prima in quella casa.
Stai massacrando Il processo di Kafka, smettila.
Ma dimmi: c'è qualcosa che non hai capito?

Ho capito perché era una pagina che conoscevo già, ma come farò a riconoscere flessioni verbali che non ho mai visto prima in vita mia?
Senti, non ti devi preoccupare, sul serio. La lingua è fatta per comprendersi. Sì, qualche volta per tirarsela, ma il più delle volte per comprendersi. Se davvero qualcuno vorrà approfittare del passato remoto libero per non farsi capire dai lettori, peggio per lui. Vedrai che la maggior parte degli scriventi continuerà a usare forme abbastanza riconoscibili. Anzi, col tempo probabilmente finiremo per usare più o meno tutti le stesse flessioni. Ma ci saremo arrivati attraverso l'esercizio della libertà, non attraverso la coercizione scolastica! Non è fantastico? Io lo trovo fantastico.

E il correttore automatico?

Si fotta! Ma ci pensi? Cosa c'è di più vivo di una lingua che manda in tilt anche il correttore automatico, la diabolica gabbia dorata di Microsoft Office? Viva la libertà!

Non stai parlando sul serio.
Scherzi? Tu non hai veramente idea di quante interrogazioni risparmiate, quante penne rosse che rimarranno dal tabaccaio, quanti errori in meno, e quante risate ci faremo. Non fubbi mai più serio in vita mia.

53 commenti:

  1. Caro Leonardo, spiacente: devo contraddirti. Io abito a Montefiascone (15km nord di Viterbo), ed uso il passato remoto. ;)

    Scherzi a parte, articolo eccellente -- e pure questa, non è una novità :)

    RispondiElimina
  2. Analogia Unica Via! Io sto con Giulio Cesare.

    RispondiElimina
  3. ma quando comincia la categoria degli insegnanti a fare sul serio qualche azione contro questo governo?
    ci sono solo 3 dico 3 scuole in tutta italia occupate!
    dove sono finiti i sindacati?
    la gelmini sta cercando di dare l'ultima picconata alla scuola statale e nessuno fa un'ora di sciopero?
    ma come si pensa di fermarla solo mettendo il lutto al braccio?
    oggi la notizia del blocco delle assunzioni per 50000 precari...
    SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAAA
    SCIOPERO SCIOPERO SCIOPERO a OLTRANZA
    qua si fa solo di venerdi' per farsi il weekend lungo.
    :(

    RispondiElimina
  4. voglio dire, hanno scioperato gli autotrasportatori in maniera incivile per non parlare dei tassinari a roma che je manca solo il passamontagna e per i diritti fondamentali al lavoro e allo studio nessuno muove un dito.

    RispondiElimina
  5. Ecco fatto: creabbi una petizione qui http://www.firmiamo.it/passatoremotolibero

    RispondiElimina
  6. il passato remoto libero e' probabilmente la migliore idea dai tempi della patafasica, l'unico problema che vedo e' riuscire a stare seri davanti ad un interlocutore. se un messo comunale viene alla mia porta e mi dice, "ieri bussocchiai ma non la trobbi" io mi piego in due dal ridere e mi pignorano casa...

    RispondiElimina
  7. O altrimenti potrebbe finire così: ridurre la nostra lingua ai minimi termini, tipo la Neolingua che teorizzava Orwell in "1984"...
    In modo che la gente non debba fare troppa fatica ad impararla.
    Mhm.

    Eleonora
    http://repubblicadeglistagisti.blogspot.com/

    RispondiElimina
  8. io partirei da prima a tagliare i programmi. dalla prima elementare. la mia proposta è: aboliamo la lettera "e"

    RispondiElimina
  9. Eleonora Voltolina, spiegami con parole tue dov'è l'orrore e il raccapriccio e il signora-mia-dove-siamo-arrivati in
    "In modo che la gente non debba fare troppa fatica a impararla".

    RispondiElimina
  10. E' un'idea stupenda, davvero. Commosso.

    RispondiElimina
  11. ...e perchè non tornare a parlare solo in dialetto? per quello basterebbero le famiglie. Sai che risparmio?
    Oppure lasciamo che sia il prete a cetechismo ad insegnare l'italiano ai bambini!

    RispondiElimina
  12. fammi capire, Leonardo: e` solo amor di polemica che ti fa dire che non si puo` ridurre l'orario senza ridurre contestualmente il programma, o davvero voi insegnanti avete una suddivisione dell'orario tipo
    I media:
    - 34,2 ore di passato remoto
    - 7,8 ore di analisi proppiana di un racconto di calvino
    - 56,3 ore di lettura dell'antologia
    (ecc.)?

    io capisco che non sia comodo per te cambiare paradigma, e capisco anche che non sia particolarmente educato parlarne in calce ad un post brillante, ma davvero un insegnante non vede alternative allo stile di insegnamento a cui e` abituato? non sono un grande amante dei pedagogisti, ma esistono dozzine di teorie educative diverse: davvero non c'e` differenza negli esiti finali tra loro, davvero con tutte si arriva esattamente alle
    - 34,2 ore di passato remoto
    - 7,8 ore di analisi proppiana di un racconto di calvino
    ...?

    RispondiElimina
  13. In fondo la scuola, più che inutile è dannosa.
    Davvero, è vecchia, non prepara i giovani al futuro.
    Soprattutto non li prepara ad un evento che diventa di giorno in giorno più imminente: il ritorno alla barbarie.
    P.e.: andrebbero istituite materie aggiuntive: "urla belluine" al posto di dizione (pensate a quanto costa agli studenti studiarsela privatamente negli stadi), oppure "rissa aggravata" al posto di educazione fisica, "devastazione" al posto di educazione tecnica, "stupro di gruppo" al posto di educazione sessuale.
    I giovani vanno preparati al futuro che li aspetta, e la scuola non lo fa.

    RispondiElimina
  14. Per delio mugnolo.
    Io farei una prova, per farti capire.
    Solo un esperimento mentale, davvero.

    Ti taglierei il 15% del reddito,
    e alle tue rimostranze
    avrei pronta la risposta:

    "Ne hai di meno? Spendili meglio!
    È così difficile cambiare abitudini?"

    RispondiElimina
  15. Liberismo grammaticale? Mah, perché no? Per me, di tutte le cose citate nel post, la più sgradevole da leggere resta lo "tsunami" usato della Gelmini.

    RispondiElimina
  16. La Gelmini non ha colpe, la citazione è da un pezzo di Repubblica.

    Delio, è chiaro che esiste quantità e qualità, però è da vent'anni che con questa scusa mi riducete la quantità.

    Tu alle medie probabilmente facevi 9-10 ore di italiano. Adesso se ne fanno 6, e qualche settimana fa la Gelmini proponeva di tagliarne ancora.

    Io non è che sia abituato a un qualche "stile di insegnamento", perché nessuno mi ha mai spiegato che stile avrei dovuto avere. Ho sempre dovuto adattare l'insegnamento alla situazione, e da anni la situazione è quella di avere una fretta dannata continuamente.

    RispondiElimina
  17. No, ti prego, il passato remoto libero no!!!
    Fa male alla salute, non è possibile cedere all'ignoranza e al pressapochismo.
    Certo che, visto il "corretto" italiano che parla la classe politica...e anche qualche docente (purtroppo), c'è ben poco da dire.

    RispondiElimina
  18. Credebbi che una volta forse era meglio esigere la correttezza della lingua italiana, ma mi ricreddi dopo questo articolo.

    Oh, dear past remote, happy dieday to you.

    :)

    RispondiElimina
  19. weissbach, posso dirtelo sinceramente? che paragone del cazzo.

    io so che se mi viene detto di tenere un corso di analisi 1 per informatici di 4 ore alla settimana non posso mantenere il programma che avrei usato per un corso di analisi 1 per matematici di 6 ore alla settimana. poi chiaro, un po' mi lamento, un po' accelero, pero` un po' cerco anche di ripensare il corso e di aggiustarlo (togliendo molto e aggiungendo persino qualcosa) per adattarlo alle esigenze dei miei ascoltatori.

    leonardo, sinceramente non ricordo bene quante ore di italiano io facessi. so solo che la mia professoressa di lettere delle medie, che passava con noi 18 ore alla settimana, aveva per esempio deciso di farci latino. ora (senza entrare nel merito di una valutazione di un corso di latino alle medie 20 anni dopo don milani), io credo che se questa prof era in grado di fari 3-4 ore di latino alla settimana, da qualche parte deve aver tagliato, e in qualche modo ha funzionato lo stesso. io ricordo che dei miei libri di antologia avremo letto si` e no un terzo, ma era un terzo che a me pareva sensato perche' dietro c'era, o mi sembrava ci fosse, un percorso ragionato. ecco, la mia sensazione e` che preparare per i ragazzi una scelta antologica di 50 pagine ma coerente e` meglio (per esempio) di 150 pagine messe assieme senza logica. poi chiaro, sono uscito dalle medie 20 anni fa e ti credero` se mi dici che siete gia` costretti a fare solo 50 pagine di antologia.

    RispondiElimina
  20. esilarante, non riuscietti a trattenere le risa...

    RispondiElimina
  21. Quoto Francesco Minciotti: articolo eccellente ma, se levassi il passato remoto, nessuno in Toscana saprebbe più raccontarti fatti successi più di trenta secondi fa! :-)
    Comunque, anche il trapassato remoto (appunto, "trapassato") dovrebbe essere facilmente eliminabile, no? E anche del futuro in fondo si riesce a fare benissimo a meno

    RispondiElimina
  22. Anzi, se la prendono tutti con noi perché non ne insegniamo abbastanza

    aaaargh!!! un bel ripasso anche per te!

    RispondiElimina
  23. Delio, in questo passaggio commetti la stessa imprudenza di Merlo: resti convinto che la tua prof fosse la migliore nel migliore dei mondi possibili. Ma questo non si può dare per scontato. Può anche darsi che tu abbia avuto un'istruzione media scadente; perché no?

    In ogni caso la tua prof aveva 18 ore e noi ne abbiamo 14; e fino alla settimana scorsa si parlava di tagliarcene ancora (poi forse si sono accorti che non si può).

    Nel frattempo sono aumentati anche il numero di studenti per classe; molti di questi studenti sono stranieri e devono essere alfabetizzati.

    Non solo, ma nei centri con più scuole, da 10 anni a questa parte esiste il Piano dell'Offerta Formativa, che in sostanza è un sistema per cui ogni scuola è in concorrenza con le altre e deve sforzarsi a offrire qualcosa di più ai genitori; naturalmente questo di più è sempre il corso di latino, scacciato dalla porta e ripescato alla finestra.

    A questo punto 50 pagine di antologia sono già un miraggio lontano da un pezzo.

    Poi tu dai per scontato che, dovendo tagliare, sia sempre il caso di tagliare l'antologia e mantenere la grammatica. In realtà se vuoi avere buoni risultati da uno studente devi motivarlo, e se vuoi motivarlo devi dimostrargli che l'italiano è un arricchimento. E l'unico modo per arricchirsi con l'italiano è leggere dei testi; nessuno sente un arricchimento interiore dopo avere imparato a memoria delle coniugazioni irregolari.

    RispondiElimina
  24. Leo, credo che a scuola si riceva un insegnamento di qualita' pari alla qualita' degli insegnanti. Molti insegnanti che conosco (non tu, evidentemente) hanno 'scelto' questa carriera perche', per esempio, non in grado di studiare da giornalisti, o perche' e' un posto caldo in cui allevare prole con meno patemi che con un lavoro "privato", o anche perche' dotati di un carattere tale che in una azienda li avrebbero divorati alla prima settimana. In generale, una scelta di ripiego o di comodita'. Evidentemente non per tutti, ma i tre-quattro che conosco, si'. Saro' stato sfortunato? Forse. Che ne pensi?

    RispondiElimina
  25. leonardo: l'idea guarda che di per sè suona paradossale, ma non è affatto malaccio. in fondo è un po' quello che hanno fatto i tedeschi con la riforma ortografica.

    delio: credo che la verità stia una volta tanto in mezzo tra te e leo (detesto il detto "la verità sta nel mezzo", ma ogni tanto per legge dei grandi numeri ci prende). da un lato puoi riplasmare sicuramente i programmi per fare un po' tutto. dall'altro è vero che quello di cui i giovani hanno bisogno sono PIU' ore di lezione e PIU' nozioni, non meno.

    RispondiElimina
  26. Non posso che essere assolutamente d'accordo!!!!
    La proposta è eccellente e sensata. Sono anni che, da bravi italiani all'estero che iniziano a dimenticarsi la lingua natale, con mia moglie ci inventiamo i passati remoti: il primo lo inventoqqui anni fa; fubbe, se non ricordo male, il passato remoto del verbo prendere: 'prensi', che mi vennò in mente in un lampo!
    Quindi conta pure su di noi per diffondere il verbo!

    Cordialità,

    RispondiElimina
  27. senza contare che e' uno dei motivi d'odio maggiore per gli stranieri che studiano la nostra lingua, posso garantirvelo

    RispondiElimina
  28. L'idea è strana, un po mi perplime.....
    Zagabart

    RispondiElimina
  29. A sto punto eliminiamo interamente l'italiano e studiamo solo inglese... pensate che risparmio!

    RispondiElimina
  30. > Delio, in questo passaggio commetti la stessa imprudenza di Merlo: resti convinto che la tua prof fosse la migliore nel migliore dei mondi possibili. Ma questo non si può dare per scontato. Può anche darsi che tu abbia avuto un'istruzione media scadente; perché no?

    leo, io non credo affatto che la mia insegnante fosse la migliore delle prof possibili. sto solo dicendo - e lo dico da docente, anche se universitario - che non credo nella rappresentazione schematica e granitica del programma. non credo che il minimo necessario da dare agli studenti sia riportabile in un comodo file excel con l'indicazione precisa di quante ore fare per comunicare cosa. ci pagano per questo: su, ripensiamo un po' la struttura dei corsi.

    > delio: credo che la verità stia una volta tanto in mezzo tra te e leo (detesto il detto "la verità sta nel mezzo", ma ogni tanto per legge dei grandi numeri ci prende). da un lato puoi riplasmare sicuramente i programmi per fare un po' tutto. dall'altro è vero che quello di cui i giovani hanno bisogno sono PIU' ore di lezione e PIU' nozioni, non meno.

    brullo, ma guarda che io non ho attaccato la critica di leonardo alla riduzione dell'orario: fosse per me i piccoli rompicoglioni dovrebbero stare a scuola dalle 9:30 alle 19. il punto è un altro: e cioè che di fronte ad un taglio degli orari l'unica reazione possibile sia quella di prefigurare un taglio delle informazioni assimilate dagli studenti. non credo che sia necessariamente così, se uno modifica il proprio piano educativo in maniera profonda.

    esempio: io amo il materialismo storico e la visione storicista di croce alla follia, ma siamo davvero sicuri che sia il modo migliore di formare dei ragazzi? in quasi nessun altro paese si insegna la letteratura in ordine cronologico, semmai per tag tematici. è meglio? è peggio? non lo so. però magari ci si può ragionare e scoprire che è un modo per risparmiare tempo a parità di efficacia.

    RispondiElimina
  31. dimenticavo (spero che il padrone di casa mi perdoni lo sbrodolamento):

    brullo (e anche leo), io avrei anche un po' di comprensione per le vostre aspirazioni universalistiche, io stesso ero sconvolto quando ho scoperto che in germania il ginnasiale medio esce dall'università senza aver mai sentito il nome "baudelaire". epperò.
    amici miei, come possiamo in buona fede dire che ogni ora tagliata a lettere lascia già ora ferite sanguinanti, quando poi (parlo del liceo classico, ma di certo ci saranno esempi analoghi alle medie) si perdono investono settimane a parlare di oscuri poeti barocchi, dei crepuscolari, dell'arcadia, dell'adelchi? secondo me le possibilità di tagliare ore di lettere (o meglio ancora di rimdoularle, con meno grammatica e meno letteratura minore italiana e piú tolstoj o goethe o flaubert) ci sarebbe eccome.

    RispondiElimina
  32. un mio amico sostiene che l'italiano, esattamente come la matematica, debba essere diviso in livelli.
    in fondo mica tutti studiano gli integrali e le equazioni differenziali.
    ci vorrebbe un italiano generale I e II, italiano avanzato I e II, complementi di italiano avanzato per la scrittura pseudocolta e infine elementi di scrittura cultural-fighetta.
    ognuno studia ciò che è previsto dal suo percorso di studi.

    RispondiElimina
  33. Delio, qui si sta parlando di scuola media inferiore.

    Non insegniamo la visione storicistica di Croce. Abbiti per certo che non insegniamo oscuri poeti barocchi. Ci può scappare un crepuscolare, ma solo perché sono facili e piacevoli, soprattutto se confrontati a tromboni come Goethe e Baudelaire che per fortuna possono essere trovati interessanti solo dall'adolescenza in poi. Non studiamo letteratura in ordine cronologico, se non nel senso che in prima si fa l'Iliade e in terza una poesia di Leopardi.

    Prendiamo gente che ha imparato giusto l'alfabeto e dobbiamo portarli al liceo. I genitori insistono che dovremmo cominciare anche il latino. Abbiamo ceduto ore alla seconda lingua e all'informatica, e, ripeto, fino a dieci giorni fa sembrava dovessero tagliarcene ancora.

    Sta pur tranquillo che nessuno toccherà l'orario dei professori di liceo: loro avranno ancora tutto il tempo per insegnare l'arcadia e il barocco. Ad alunni analfabeti, certo, perché non abbiamo avuto il tempo di insegnar loro l'italiano: ma è colpa nostra, e probabilmente verremo penalizzati per questo (quando si comincerà a premiare i "più bravi", che senz'altro non siamo noi).

    E non venitemi a dire che ci sono maestri buoni o cattivi, perché è un semplice luogo comune per benpensanti. Se la vostra idea di bravo maestro è Don Milani, andate a controllare: lui teneva gli studenti a scuola anche otto ore, pare senza intervallo. Oggi sarebbe sequestro di minore.

    RispondiElimina
  34. stamattina sono andata alla manifestazione "diritti in piazza" della GGIL e c'era tanta gente. La scuola, la scuola e ancora la scuola. se c'è un momento in cui serve lottare, in cui bisogna credere di poter contare qualcosa, è adesso.
    amina

    RispondiElimina
  35. i piccoli rompicoglioni, delio ? Alta pedagogia, e al diavolo i passati remoti. Ah, già, ma tu sei docente, anche se universitario, e della pedagogia te ne fai un baffo.

    RispondiElimina
  36. sto ancora ridendo pensando al passato remoto libero :-) mi hai fatto ricordare un vecchio film francese che ci portavano a vedere spesso alle scuole medie: la guerra dei bottoni. verso la fine c'era uno dei bambini protagonisti che, nel bel mezzo della battaglia, esclamava: "se lo sapevo non avrei venuto!" e noi tutti scolari, all'epoca, scoppiavamo a ridere. chissà, magari adesso non se ne accorgerebbero in molti!

    RispondiElimina
  37. pessimesempio, con quell'espressione ero chiaramente ironico. mi dispiace se non lo cogli.

    vuoi fare ironia sul mio rapporto con il pedagogismo? fai pure. la questione (a cui accennava anche leonardo con l'esempio di don milani) è che io non credo al fatto che uno studente impari meglio passando a scuola (o all'università, o all'asilo) poche ore: per dire, mia figlia fra un mese la mando all'asilo, e le faccio fare 8-17, non 9-13 come tanti altri genitori.

    quello che voglio dire, anzi ripetere (dopo di che la smetto perché ho la forte sensazione sia un dialogo fra sordi) è che se l'italia ha regolarmente risultati catastrofici nelle statistiche pisa-ocse, forse non è solo un problema di numero di ore di lezione. lo avete notato? in alcune materie ci battono anche paesi nei quali quelle materie sono insegnate per meno ore alla settimana che in italia. per non parlare del fatto che in parecchi paesi europei il percorso fino alla maturità dura solo 12 anni. faccio un esempio conclusivo, dopo di che au revoire: in baviera (dove vivo e dove gli studenti ottengono nei test pisa tra i migliori risultati di tutta europa), in sesta classe (corrispondente all'incirca alla seconda media) la suddivisione delle ore è la seguente:

    tedesco 4 h/sett
    arte 2
    latino 4
    scienze 2
    religione 2
    musica 2
    matematica 4
    storia e geografia 2
    sport 2
    inglese 4
    informatica 2

    (1 h = 45 minuti).

    RispondiElimina
  38. Bel post, come sempre Leonardo.

    Io sono un ex insegnante.
    Sono più modesto però, a me basterebbe eliminare LA Mariastella (Gelmini).
    Brutto l'articolo LA usato davanti al nome proprio, tipico del Nord, non trovi?

    Italy Italia
    Satira Pol e Social

    PS. Gli americani ci stanno provando ma, parliamoci chiaro, gli inglesi non ne sono molto felici.

    RispondiElimina
  39. forse è come dice leonardo: la scuola fa schifo e per fare studenti migliori basta fargli fare meno ore.
    io penso che (come per tutti i risparmi) non servono a migliorare la qualità perché tutto il resto rimane uguale. stessi insegnanti, stesse strutture, stessi libri e studenti peggiori (nel senso di più maleducati e più distratti).
    quindi il risparmio di ore (forse) farà risparmiare soldi.
    è un po' come quando nelle aziende in crisi si fanno i tagli.
    i tagli si fanno dove si può, mica dove si dovrebbe.
    secondo me le riforme (questa, di suo, sembra peggio del solito) falliscono perché non si tiene conto della realtà: lamedia degli insegnanti e la media degli studenti. un bravissimo insegnante riuscirebbe a insegnare anche a dei selvaggi senza muri, senza libri e senza lavagna. ma qui si tratta di insegnare a milioni di studenti e perciò servono parecchi insegnanti, mica possono essere tutti geni!
    si tratta di ri-strutturare un meccanismo che funziona male per tante ragioni e su tante cose bisogna intervenire. ma se il fine è risparmiare parliamo di un'altra cosa.
    qualcuno ha detto che la scuola elementare faceva schifo e che il maestro unico è meglio? no. s'è detto tagliamo i maestri che tanto è uguale. e i giornali si sono scatenati a trovare esempi a sostegno.
    conosco insegnati che andrebebro cacciati a calci dalla scuola, ma ne conosco tanti che fanno onestamente il loro mestiere. ci provano davvero a insegnare a delle teste di rapa a ragionare. e lo fanno tra mille intoppi e difficoltà.
    non so se la loro sia una missione o semplice onestà, o etica del lavoro.
    non credo che l'insegnamento sia un ripiego, chiunque l'ha fatto sa bene che pochi lavori possono essere gratificanti (o deprimenti) come l'insegnamento. poi certo si potrebbero prevedere corsi d'aggiornamento per insegnati, ma chi li paga? chi li tiene? giovanotti semianalfabeti di qualche società di consulenza?
    comunque ci possiamo racconta' quello che vogliamo: la scuola fa schifo, gli insegnanti ecc. ma questo è fumo: bisogna tirar via dalla scuola alcuni miliardi (e altri dalla sanità, dalla giustizia ecc.) come farlo riuscendo possibilmente a migliorare le statistiche? ho detto le statistiche, non l'istruzione degli studenti ché questa interessa solo a quattro insegnanti
    scusa se mi dilungatti

    RispondiElimina
  40. Bel post...

    Ti vorrei segnalare questo mio post sulla silente mazzuolata che i ministri Gelmini e Tremonti hanno inflitto all'Università pubblica (decretandone, probabilmente, la morte irreversibile) col dl 112/08, ora convertito in legge.

    I media non ne parlano: eppure rischiamo di non vedere più l'università che abbiamo conosciuto fino ad ora.

    RispondiElimina
  41. IL passato remoto libero è una riforma liberista. Sono d'accordo, aboliamolo: basta con i lacci e i laccioli di stato. tanto in Italia riscrivere il passato come ci pare e piace è già attività nazionale praticata con successo.

    RispondiElimina
  42. Delio, non credo che sia stato un dialogo tra sordi. Io, almeno, ti ho ascoltato.

    Tu pensi che i bambini (compresi i tuoi figli) più stanno a scuola meglio è. Però se il ministero ci taglia le ore noi potremmo addirittura migliorare i programmi.

    Questi programmi tu non li conosci: citi argomenti da liceo (l'Adelchi, i barocchi). L'unica tua esperienza è di quando andavi tu alle medie: non la idealizzi, ma è l'unica che conosci ed è l'unica di cui parli.

    Dici che i bambini tedeschi imparano meglio con meno ore. Può darsi che sia vero, ma qui parlavamo dei programmi di italiano. Non credo che i bambini tedeschi battano i nostri nell'apprendimento dell'italiano.

    Io ti ho risposto facendoti presente tutta una serie di tensioni alle quali è sottoposto un'insegnante di medie inferiori; deve alfabetizzare gli stranieri; ha classi sempre più grandi; non ha il controllo del programma (non può tagliare quello che gli pare) anzi, a causa del Piano Offerta Formativa è praticamente costretto a mantenere insegnamenti che in un'economia dell'apprendimento non sono necessari (il latino a 13 anni).

    A tutte queste osservazioni non mi sembra che tu abbia replicato; evidentemente sei convinto che io domani possa tagliare quel che mi pare del programma e alfabetizzare gli analfabeti con la bacchetta magica.

    Ora, queste sono chiacchiere, però sono chiacchiere sul mio mestiere. E' un mestiere sul quale tutti pensano di aver cose da dire, se non altro perché un paio di scuole le hanno frequentate tutti, magari 20 anni fa. Siamo un popolo di pedagogisti, davvero.

    RispondiElimina
  43. avevo scritto un lunghissimo commento che è andato perso. forse è meglio così. in sostanza:

    1) nelle scuole tedesche studi alla mano ci sono (a seconda delle regioni) tra il 20% e il 40% di bambini con almeno un genitore immigrato. quindi la fatica di alfabetizzare gli stranieri non è solo tua.

    2) paragonare l'apprendimento dell'italiano nelle scuole tedesche e in quelle italiane è una cattiva battuta. quello che si può paragonare è, studi pisa alla mano, il grado di alfabetizzazione e di comprensione e analisi di testi complessi nella lingua madre. in questo, i bambini bavaresi (in germania c'è un forte federalismo scolastico) umiliano quelli italiani, nonostante le 4 ore di (madre) lingua alla settimana.

    3) non credo che tu possa cambiare alcunché con la bacchetta magica, ma che alcune cose si possano valutare (e migliorare) meglio guardandole in prospettiva, da una certa distanza: il miglior ministro della salute degli ultimi anni è stato la bindi, che non era un medico.

    4) le equazioni di secondo grado nel medio evo si insegnavano in un intero corso universitario, ora basta una settimana alle scuole medie. esempi simili ce ne sono tanti, soprattutto nelle materie scientifiche. perché? sono migliorati i metodi didattici? la scuola è strutturata in modo da affinare il pensiero astratto? i bambini sono piú intelligenti perché mangiano meglio? boh, magari tutte le concause. fatto sta che oggi la matematica si insegna meglio di 400 anni fa e impiegandoci molte meno ore. secondo me ogni tanto mettere in discussione le proprie certezze didattiche è utile (e so in prima persona quanto sia difficile farlo, anche psicologicamente).

    RispondiElimina
  44. Invece io non lo so, perché certezze didattiche non le ho avute.
    L'esperienza mi dice che in tre anni molti non imparano l'italiano.
    E' chiaro che ci sia qualcosa di sbagliato. Il problema è capire cosa.
    Ribadisco: non è l'adelchi, né il barocco, né i crepuscolari, perché alle medie non ci sono da un pezzo - se mai ci sono stati.
    Io sono sono disposto a ridiscutere qualsiasi cosa, compresi i verbi irregolari.

    Ma qui non c'è una discussione. Da parte della Gelmini c'è una necessità di tagli che non si traveste neanche più di motivazioni pedagogiche; da parte tua c'è la constatazione che all'estero si sta a scuola meno ore con maggior profitto. Né tu né la Gelmini ci state dando nessun tipo di indicazione utile; lei ci toglie tempo e tu suggerisci che ci dobbiamo mettere in discussione. Come se non fosse quello che facciamo tutti i giorni.

    C'è un grande buco nero al centro di tutto, ed è la formazione degli insegnanti. In Italia semplicemente non esiste, o meglio finge di esistere. Forse più che metterci in discussione avremmo bisogno di avere certezze su quello che facciamo.

    RispondiElimina
  45. chi ti morsette? la tarantola?
    marina, entusiasta
    prima di spedire il commento ci tengo a dire che ho dovuto digitare le seguenti lettere: H, L, U, K, Y, C, X, K.
    ciao, marina

    RispondiElimina
  46. Neanch'io ho certezze didattiche, pero' che Leo ha letto troppi futuristi, questo e' certo:
    "In aeroplano, seduto sul cilindro della benzina, scaldato il ventre dalla testa dell'aviatore, io sentii l'inanità ridicola della vecchia sintassi ereditata da Omero. Bisogno furioso di liberare le parole, traendole fuori dalla prigione del periodo latino! Questo ha naturalmente, come ogni imbecille, una testa previdente, un ventre, due gambe e due piedi piatti, ma non avrà mai due ali. Appena il necessario per camminare, per correre un momento e fermarsi quasi subito sbuffando!
    Ecco che cosa mi disse l'elica turbinante, mentre filavo a duecento metri sopra i possenti fumaiuoli di Milano. E l'elica soggiunse:
    1. Bisogna distruggere la sintassi disponendo i sostantivi a caso, come nascono.
    2. Si deve usare il verbo all'infinito, perché si adatti elasticamente al sostantivo e non lo sottoponga all'io dello scrittore che osserva o immagina. Il verbo all'infinito può, solo, dare il senso della continuità della vita e l'elasticità dell'intuizione che la percepisce."
    (eccetera)

    RispondiElimina
  47. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  48. Pennac dice che l'umorismo e' una irriducibile espressione dell'etica.
    Questo post ne e' un ottimo esempio.
    Grazie Leo.

    RispondiElimina
  49. Complimenti, post molto divertente.

    RispondiElimina
  50. Ho letto di nuovo questo post dopo quasi due anni dalla prima volta. Ed è ancora il mio post preferito in assoluto, nonostante io sia di origine siciliana.

    RispondiElimina

Puoi scrivere qualsiasi sciocchezza, ma io posso cancellarla.

Altri pezzi